
“Turi kumwe” in kinyarwanda significa “siamo insieme”.
Si tratta di una frase pronunciata
al momento di congedarsi da qualcuno per indicare che,
nonostante la separazione fisica,
è possibile rimanere uniti nel pensiero e nell’amore.
Viene anche utilizzata nel gioco del calcio,
con il significato di “passa la palla”.
E’ quindi un’espressione che suggerisce contatto e collaborazione,
le parole chiave della nostra associazione, a cavallo fra Rwanda e Italia.
Turi kumwe Onlus è un’organizzazione di volontariato (OdV) con sede a Novara, nata nel 2008 da un’idea di Jerome Rugema, ragazzo rwandese sopravvissuto al genocidio dei tutsi del 1994 e Ilaria Buscaglia, allora studentessa in antropologia culturale. I due si incontrarono a Kigali, dove Ilaria stava svolgendo la ricerca sul campo per la sua tesi di laurea specialistica. Insieme, maturarono l’idea di costituire un’associazione fra Italia e Rwanda, con lo scopo di accompagnare e sostenere piccole iniziative locali, individuali e collettive.
I progetti in Rwanda prendono ufficialmente l’avvio nel 2009 e sono tutt’ora attivi. Il principale partner locale di riferimento di Turi kumwe Onlus sono la congregazione rwandese di suore Inshuti z’Abakene (amici dei poveri).
Turi kumwe Onlus è attiva anche sul territorio italiano, dove realizza percorsi educativi su tematiche quali il razzismo, l’educazione alla cittadinanza e mondialità, la storia dell’Africa e del Rwanda in particolare e la promozione dello “sguardo antropologico” presso i giovani e la cittadinanza in generale.
Mission: In Rwanda, l’associazione aspira a sostenere progettualità locali, individuali e collettive, attraverso la realizzazione di interventi di piccole dimensioni, fondati su una conoscenza approfondita del contesto e dei partner coinvolti. A questi ultimi viene assicurato, nonché richiesto, un contributo attivo e creativo per condurre le attività in modi che consentano di rispettare le specificità culturali locali.
In Italia, Turi kumwe intende promuovere presso i giovani una cultura di apertura, curiosità e accoglienza verso le diversità culturali e un impegno attivo nella lotta ai razzismi e per l’integrazione sociale.